Osceno

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Osceno è il mio dire
dicono
i colletti incravattati
osceno è il mio fare
ma io chiedo cos’è?
e che fatica strappare le vesti
purgare i pensieri incrostati.
E quel senso della colpa
che s’avvinghia
e insieme sfugge
nel chi sa dove di me
scompare riappare
senza tempo e tregua
come un reuma perenne.
Oscena è la diversione
il surrogare in altro
la spinta del piacere
che sotto vesti splendenti
deforma l’essenza
nell’avida violenza
di un potere obeso.
Mi carezzo di osceno
nell’oblio delle croste
e cerco le sponde
dello stesso sentire
in altre inquietudini
candele notturne
d’un’altra serenità.

27 aprile 2017

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