Carezzo
le mie cieche illusioni
dell’essere ancora.
Dilato
il tempo che mi resta
col nuovo e l’improvviso.
Mi perdo
in strade ignote
per il gusto di farlo.
Combatto
il mio sonno
per la veglia dei sogni.
Rimango
alla catena del pensare
incapace, da sempre, a viver di più.