Sorriderei se non dovessi piangere

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Sorriderei se non dovessi piangere di fronte al delirio demenziale (da curvaioli di stadio) di coloro che si lanciano contro una legge che dia cittadinanza a chi nasce è studia nel nostro paese. Non mi interessa entrare nei particolari del dispositivo ma nel concetto stesso. Delirio è pensare che qualunque confine possa reggere al corso della storia. Delirio è pensare di continuare a prendere senza dare, quando le nostre pance si sono ingrassate sul persistere della fame altrui. Delirio è non rendersi conto che la contrazione delle nascite indigene è un processo demografico implacabile e forse irreversibile che solo una vera integrazione può compensare. Delirio è chiudere gli occhi e sognare nostalgie di un passato che non può tornare. Delirio è invocare le radici cristiane e poi rinnegarle nell’ignoranza dell’altrui.
Mi fermo, che il popolo social non sempre regge più di cinquanta righe, ma cento ancora sarebbero i deliri da poter evocare.
I confini hanno puzza di stantio ed il frullatore già gira da tempo
L’unico nemico che striscia sulla terra è l’ignoranza.

 

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