Dai miei recessi, più profondi e nascosti,
dal fondo sopito del voluto e negato,
riemerge potente, ed è vita, il desiderio.
L’ho tenuto nascosto, al di là del pensiero,
ma incapace di dargli, per certo, la fine
e s’accende passione, più spesso la notte.
Nel sonno son libero, non vale il controllo,
ritorna, con forza, a volare il mio istinto,
e nel sogno modella al piacere le forme.
Allora il mio corpo non ha più vestiti,
metafora stessa del dovere sociale,
e cerca e poi trova la sponda ideale.
Una sponda che splende nel corpo di donna,
non da meno vestita del sol desiderio
e animata, di specchio, dalla stessa passione.
E nel sogno, quei corpi, non trovano freni,
cosa sola diventano e dal sogno hanno vita,
e quel forte sentire reale, d’incanto, diventa.