Dimensioni,
da sembrare infinite
di tempo passato e futuro
sempre incomprese
avvolgono il correre dei giorni.
Noi, ogni giorno più schiavi
dell’ora e del minuto,
attenti a null’altro che l’oggi
a questa sorte
cechi c’inchiniamo.
Così l’umana specie
ogni giorno più greve
di nulla incurante
nel tempo di uno sputo
fa scempio di sua madre.
La sorte del figlio dimentica
e, al sol presente attenta,
tutto del lunghissimo e lento
materno cammino
nel lampo distrugge.
Questo vedo nei giorni
a parlare del tempo,
che ormai più nessuno
mi pare, ne colga nel pieno,
l’immensa dimensione.
Io stupisco a tal pensare,
che pure a un dio infinito
in tanti versano la fede
nel terrore del certo lor finire
in breve tempo.
Eppure, se anche un solo istante,
a tal pensiero
ognuno fosse attento,
ne son vicino al certo,
un’altra speranza sarebbe.
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