Nei miei cammini dell’essere
gli occhi ed il naso, le orecchie
la pelle, i sensi tutti li voglio con me
e se uno trascura il dettaglio
l’altro lo chiama e tutti chiama.
Così accade che un piccolo fiore,
se anche nascosto nell’ombra,
urli il profumo suo intenso
e poi, se vicino lo guardo,
allora urlo anch’io alla bellezza.
Ascoltare le carezze mute
guardare le parole sussurrate
sentire il profumo dei pensieri
sorridere del rosso dei pudori
e impastare i sensi d’emozione.
Nasce ogni volta lo stupore
di un nuovo trovare inatteso,
se poi sono fiori viandanti,
si placa e s’accende quel turbine
che ancora spavaldo mi muove.