Cavaliere a dondolo

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 Ora è così
con i passi di un cammino ricurvo
rigurgito i trascorsi
d’una giovinezza estinta.
Sfoglio le attese d’allora
nella gioia disperata
d’un amore incerto
come il cielo di marzo.
Mi domando
come sia che ancora
mai si spegne quell’ansia
mentre pure avvizzisco.
Continuo l’errore
d’un errare senza meta
ubriaco d’una sete
che mai può placarsi.
D’intorno m’opprime
la danza grottesca
degli squallori umani
che da giovane ignoravo.
E m’affondo sfinito
nella diversione notturna
ribelle eppur imbelle
d’un cavaliere a dondolo.

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