La belva notturna
quasi vittima di se
muove inconsapevoli passi
nell’oscuro dell’ignoto
incurante del bene o del male
che il suo saziar produce.
E’ una bussola folle
il desiderio di lussuria
che ad ogni momento
propone strade diverse e direzioni
come fosse avvinta
dal flusso dei suoi sensi.
Un umida scia poi lascia
sulla strada percorsa
per gli umori della carne
per le lacrime ed il sangue
e risuona ancora dello strazio
di sospiri di gemiti e di grida.
Resa cieca e sorda
ad ogni altrui destino
dall’urlo d’una fame senza requie
annusa nelle notti le vittime vaganti
per affondarne i corpi
nelle sue fauci senza fondo.