Verdi diversi

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Guardo le fila ordinate
di fiori dai colori uguali,
le siepi squadrate a disegnare
labirinti
e gli alberi equidistanti,
un disegno geometrico
e sottomesso.
Mi da tristezza quell’armonia
fasulla,
di forbici ed espianti
di veleni e diserbanti.
Allora mi rivolgo altrove,
all’inquieta bellezza
dei verdi selvaggi,
allo stupore di un singolo fiore
ignoto,
alla mescolanza arrampicata
sui fusti contorti,
agli spruzzi di sole disegnati
nelle improvvise radure,
alle rocce spalmate di muschi
nelle ombre insistite.
Perfino l’insidia dei fossi
ed il fango nascosto
tra le foglie cadute
hanno cose da dire,
che forse è nel selvaggio
che meglio si legge
il senso della vita.

 

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