Gli ebook?
Grande invenzione che ha concesso la possibilità di incrementare la diffusione della lettura.
Ma stamattina, mentre varco il portone di questo viaggio nel tempo, non riesco a non pensare che l’evoluzione tecnologica abbia creato distacco da ciò che un libro in realtà sia.
La consistenza. La sensazione di possedere pezzi di vita di qualcun altro, l’elaborazione di una mente diversa.
Ho sempre considerato la libreria di casa come il luogo dell’accoglienza delle persone che ho scelto di conoscere. Una sorta di convivio, un banchetto per la mia mente.
Quando ripongo i libri su quegli scaffali ho la sensazione di inizio di “convivenza” con quegli scrittori, una percezione di intimità con le loro storie, di rispetto per la preziosità dei loro punti di vista e della loro conoscenza. Quasi un rituale direi.
Qualcuno dopo la lettura resta immobile per anni, qualcuno viene scomodato ogni volta che ho dubbi riguardo a un argomento, qualcuno ciclicamente, qualcuno ogni volta che parto: Alexander Lowen e Vittorino Andreoli, ad esempio, sono condannati a viaggiare costantemente… penso abbiano la nausea da treno ormai!
In valigia sempre un volume di saggistica e un romanzo: questa settimana siamo partiti in tre (io, Vittorino e Francesca Bellino e torniamo in cinque (io, Vittorino, Francesca, Tahar Ben Jelloun e la Ciabatti).
E l’ebook reader a casa, sulla mensola delle apparecchiature tecnologiche. Pensare a lui mi mette sempre un po’ dispiacere perché me lo regalò mio marito, che ben mi conosce, spendendo un sacco di soldi appena uscirono i primi. E ne fui entusiasta, oh se lo fui! Lo consideravo un regalo preziosissimo, ero convinta che lo avrei massacrato a forza di utilizzarlo: scaricai libri di ogni genere.
Ne ho iniziati parecchi, letto uno, forse due.
Ogni pagina è uguale all’altra. Non avere tra le mani la percezione delle pagine già lette, quella in lettura e quelle ancora da leggere, mi da la sensazione di una vita piatta, sempre uguale, senza passato, presente, futuro. Mi manca l’emozione dell’intraprendere il viaggio quando non ho nella mano destra ancora tutte le pagine da leggere. Ho la sensazione di non capire dove mi trovo quando lo accendo per riprendere una lettura interrotta. Mi manca quel movimento d’animo che provo quando nella mano sinistra stringo tutte le pagine già lette e nella destra restano quelle poche che mi porteranno alla conclusione. A volte sperata, a volte subita.
Chiamatemi antiquata.
Felice di esserlo.
Grazia Scanavini
Andar per libri. Il mondo in 15 librerie (Formato Kindle).
Nostalgia per le librerie più che per i libri. Preoccupazioni per le future biblioteche, pure. Ma la mia di libreria la porto in viaggio in quell’aggeggino. E quasi sempre torna con me e con nuovi autori. (altre volte la perdo, ma la rigenero)
si nostalgie…