Intorno, silente, dovunque,
la morte sembra regnare
e scheletri arsi,
di piante e animali,
emergono rari,
relitti di vita ormai lontana,
nel tempo, nello spazio.
L’aria, anch’essa, si tace
in quell’immobile silenzio,
e appare, disperata,
l’assenza di un giorno diverso.
Di tanto in tanto, dall’alto,
piccole folle gracchianti
proiettano l’ombra su un nuovo caduto,
il prossimo pasto.
Con occhio più attento,
altro vivere appare, dimesso,
nascosto resiste,
a quel feroce presente,
ormai quasi privo
d’essenza di vita.
Semi, di rara speranza,
nel nulla infinito che li accoglie.
Poi d’improvviso,
l’aria si scura e il vento la smuove,
un corteo scintillante di luci lontane
annuncia fragor di tempesta,
e tuoni e acqua sommergono
quel piccolo mondo sospeso.
Ecco, finisce l’assenza,
quel viver nascosto riprende.
Il sole, fino a ieri nemico,
con l’acqua solleva d’incanto la vita,
il verde ed i fiori, improvvisi,
ridanno colore allo spazio.
Insetti ed uccelli, col volo,
rimuovono l’aria, una folla.
Così nel deserto di oggi,
circondato da idee scheletrite,
con rari compagni, attendo
che l’acqua, di un nuovo pensare,
mi riporti speranza nel cuore,
di un futuro per tutto diverso.