Passano i giorni
del mio sole calante
e sento lontane
le urla confuse
di spiagge affollate,
ho scelto il mio altrove
di pensiero e silenzio
restando discosto.
Ferme le gambe
come fosse un rifiuto
a scavalcar le mura
del mio quieto rifugio
mentre il mare qui sotto
mi chiama sommesso
nel ricordo bagnato
del nostro eterno amplesso.
Sono le gambe stanche
ma forse è la testa
a non voler altro,
mi chiamano invano
io resto con me,
se cedo è talvolta
per scambiare un sorriso
con chi dona una carezza
il resto non conta
è acqua che non scorre più.