Velo dopo velo
mi porti per mano
nei tuoi labirinti
tu stessa stupita
di questo esplorarti
come se quell’ignoto
non fosse solo a me.
Sarà forse che il noi
apre ed illumina
quelle nuove strade
come fosse musica
nata a quattro mani
senza uno spartito
tra suonatori jazz.
Guardo le tue dita
correre la tastiera
nell’apparente assolo
mentre mi guardi
per far rimbalzare
nel giusto istante
le note del mio.
Un duetto in crescendo
che non vuole finire
con gli sguardi
e i sorrisi di gioia
e lo stupore nostro
su quelle assonanze
svelate dentro noi.