Amaro è quel nostro destino,
che ci vede inaccettati,
da noi stessi,
che al nascere urliamo
l’abbandono dell’acqua materna,
che corriamo la vita
cercando un domani diverso.
La puerile incoscienza
ben presto svanisce,
inizia quel breve infinito
del crescere e cambiare,
impariamo, in quel tempo,
a nascondere
il nostro nemico interiore.
Insaccata la serpe,
tarpato il drago,
ingabbiato il maiale,
sepolti, con altri compagni,
nel nostro buio spettrale,
vestiamo orgogliosi
la coda del pavone.
Da noi inaccettati,
cerchiamo l’amore
e, nell’ansia di averlo,
ci mostriamo perfetti,
d’uguale inganno,
pur essendone, ignari,
ancor vittime noi.
Il difficile amarsi. Così,
quando è spenta la danza nuziale,
la serpe, il drago, il maiale
sepolti, eppur vivi, riaffiorano.
Se noi stessi li avessimo amati,
il nostro amato
li avrebbe riamati con noi.
18 gennaio 2012