Ho studiato, non poco, ho preso una laurea, ho fatto un concorso, sono entrato all’Università e, passo dopo passo, è un po’ che sono Professore Ordinario, per farla breve, faccio il mestiere per il quale mi sono preparato per 40 anni e, in qualche modo, ho dovuto e devo dimostrare di saperlo fare. Se mi chiedessero di essere a capo del MIUR, declinerei con cortesia, ben sapendo di non esserne in grado, come chirurgo mai affronterei un intervento che non conosco senza uno studio ed un percorso formativo approfondito. La politica, in democrazia, è un’altra cosa: i parlamentari sono rappresentanti eletti che rappresentano appunto il popolo che li elegge, quindi ci devono essere anche i vari livelli d’istruzione dispersi nel popolo, strano però che, dal dopoguerra ad oggi, il livello medio d’istruzione dei parlamentari scenda di legislatura in legislatura. Sarà un percorso di progressivo adattamento all’oggi dal precedente regime di monarchia. Resta però preoccupante che la grande responsabilità del potere legislativo sia posto nelle mani di persone di così modesto profilo formativo che spesso racimolano posizioni attraverso meccanismi non del tutto limpidi. Gli strani effetti collaterali della democrazia. Capisco che una legge elettorale non possa includere un minimo di titoli di studio, visto che ha difficoltà perfino ad imporre l’ineleggibilità di condannati ed inquisiti ma alla decenza ci dovrebbero pensare. Per dire: un corso di almeno un anno per studiare i fondamentali, come dire, il minimo sindacale per non farmi vergognare quando aprono la bocca? francesco lamagna
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