Introflesso,
come una chiocciola nel guscio,
trascorro le ore dell’arsura
col sangue ed i pensieri
che s’addensano.
Come in un labirinto spirale,
che sempre più
si stringe e si fa scuro,
cerco un diverso chiarore
che m’illumini di nuovo.
Disperse
in quel viaggio a fermo
trovo attorcigliate emozioni,
quelle di sempre
quelle di tutti.
Tentacoli
e ventose di polpo
si prendono tra loro
e m’avvolgono ancora,
come fosse cosa una.
Introflesso
è quel viaggio obbligato
tra le lacrime e il sorriso
che faccio certe notti
per riprendere il respiro.