Come lupo solitario
nella notte fonda
urlo alla luna beffarda
al suo mutevole aspetto
al suo sparire oscuro
che mi lascia insonne
in un buio senza vita.
Urlo il richiamo
ad una luce che si nega
ma lei lontana tace
che altro non può
che seguire il suo ciclo
e invano s’alza
quella voce di strazio.
E a notte segue notte
nel vano di quell’urlo
che si perde nell’oblio
d’un mondo distratto
dall’obbligo dei giorni
ignaro per sempre
di quel dolore urlato.