Sei stata l’angelo
della mia giovinezza
quando il fiume dell’essere
sembrava infinito.
Hai vestito i colori
della passione e del gioco
del cuore e dell’inganno,
la mia polvere e l’altare.
Volasti via poi
nel tempo giusto
con ali che mi parvero brune
e ne piansi da bambino.
Lontana vegliasti
il mio divenire ombroso
tra le glorie del giorno
e le notti più oscure.
Mai si ruppe quel filo
nella lunga lontananza
custodito nell’ombra
di memorie e desideri.
Scintille improvvise
ed oblii apparenti
e nuovi altari furono
e polveri ancora.
Ora improvvise ali bianche
mi avvolgono ancora
ed io resto abbagliato
ecco l’angelo mio.
20 aprile 2017