Sui roghi (di Elena Vellusi)

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bruno fermariello

 

Riflettevo, ora tutti a gridare al disastro, allo scempio, alla bellezza violentata da mano criminale, e soprattutto, non si può respirare, perché è chiaro che i roghi coinvolgono, casualmente o volutamente, i millemila interramenti di veleni disseminati in tutta la regione.
Indubbiamente una cosa come il Vesuvio che si appiccia sano sano si vede pure dalla luna, figuriamoci se non si vede in technicolor dai belvedere della città, quella buona, per non dire dei giardini e dei terrazzi con vista sul golfo, se poi la mattina te li ritrovi ricoperti di cenere, i terrazzi, che ve lo dico a fare.
Mi viene facile domandarmi, quando anni fa questi stessi violentatori, in prima fila lo stato che oggi invocate a gran voce, massacravano un’ intera regione, nessuna provincia esclusa, per risolvere a modo loro il “problema” della munnezza che sommergeva la città, lucrandoci sopra senza vergogna, non si vedeva nulla, dai vostri terrazzi e dai vostri giardini?
Mentre ovunque in regione la gente lottava, si incatenava fuori le cave e le discariche imposte per legge, si piantava sotto un gazebo in una piazza, in una rotonda, in una via per mesi, per anni, buttando all’aria la propria vita, quando si prendeva cariche, lacrimogeni e denunce, quando mostrava al mondo intero quanto stava accadendo, e tutto il mondo se ne sconvolgeva tranne voi, non vi erano chiare, dal vostro punto di vista esclusivo, le complicità e gli interessi di uno stato allora presentissimo? Eppure vi sono stati spiegati in italiano, ma voi, sui vostri terrazzi, eravate troppo impegnati a godervi finalmente il panorama senza più subire la puzza dei cumuli di rifiuti che erano arrivati a lambire il quarto piano dei vostri palazzi, prima che lo stato ci mettesse la mano sua. E il gigante lontano, per il quale oggi vi disperate tanto, era di nuovo bellissimo visto dalla terrazza, mentre lo imbottivano di ogni genere di merda, vero? Uno sfondo perfetto al vostro privilegio e alla vostra scellerata indifferenza. E quindi avete applaudito lo show dello stato, eccome se avete applaudito.
Di bellezza violentata in questa sciagurata regione ce n’è talmente tanta, non potete neppure immaginarne la misura. Nulla è stato risparmiato, campagne fertili, corsi d’acqua, parchi, oasi naturalistiche, aree protette, persino siti archeologici, e il mare. Ma ovviamente se non si vede dal vostro terrazzo e non se ne sente la puzza, la cosa non c’è.
Andiamo, su, ripulite pure le terrazze dalla cenere altrui e riprendete pure a respirare a pieni polmoni, e pazienza se respirerete per un po’ la stessa aria che la maggior parte della gente delle terre violate anche in nome vostro respira da anni. I roghi finiranno, perché ogni fuoco si spegne prima o poi, quindi si spegnerà pure la vostra fiammata di indignazione a scadenza, come sotto una enorme secchiata dal canadair, ve ne andrete in vacanza, e al ritorno tutto sarà dimenticato e questa terra ritornerà a morire nel silenzio, ogni giorno, dello scempio di ieri, di oggi, del futuro che sarà, lontano dalle vostre intoccabili sicurezze, dal vostro superiore diritto, da voi.

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