L’acquario

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Avvolto in me stesso
nel continuo pensare
resto solo,
come fossi il mare
rinchiuso in un acquario,
nella calma obbligata
d’un falso equilibrio.
Eppure,
nel raro che mi verso,
scorrono zampilli
nasce l’espressione
a bagnare l’amore
a fugare il dolore.
Il pensiero diffonde
e cambia l’intorno.
Ancora troppo spesso
torno a chiudere i confini
del mio pensar diverso
nella colpevole accidia
che uccide la speranza.
Sarà la mia fatica
nel tempo che resta
il rompere la vasca.
Seppure poi dovessi
io stesso evaporare
non resterà tal quale
l’intorno che ho bagnato.

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