Cantami, oh lattea felide (di Elisa Sennodipoi Assenza)

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Cantami, oh Lattea Felide,
la ragion per cui non sollevi le lanose terga dal dischiuso bagaglio…

Vuoi forse dirmi di andare?
Vuoi spingermi a cercare mete sconosciute, ove levigare i ciottoli?
Raccolgo dunque, queste vesti poggiate ancora umide sul termosifone, e andiamo alla ricerca di un altro luogo da chiamare casa?
Possiamo. Ci siam rese libere, amandoci.
Possiamo andare verso Nord, in un paesino di alta collina, fare amicizia con un artigiano e una fattucchiera, tagliare i capelli a carrè e cominciare a studiare Cirillico.
Oppure ci trasferiamo vicino all’oceano, magari impariamo a capirci meglio con una lingua in più, impariamo a scappare più veloce, nuotando a delfino. Forse alla Radio passerebbero una musica che non avremmo sentito mai.
O in una metropoli, magari perdendoci ritroviamo noi stessi.
Guarda, Yoni, hanno aperto una nuova enoteca vicino Campo dè fiori, fa angolo con un Planet Pet.
Mi sembra ideale.
Cambiamo sogni?
Forse nei paesi Scandinavi fa troppo freddo per dormire da soli, quindi si è predisposti all’amore come strategia di sopravvivenza.
Magari a Rovaniemi troviamo un comitato per l’abolizione dei letti singoli, perché nessuno dovrebbe mai dormire fuori da un abbraccio. Da Settembre a Maggio, minimo.

Oppure vuoi dirmi che questa valigia è stata riempita troppo spesso e che per avere rami alti e robusti bisogna metter radici?
Certo, le case abitate in questi anni non le contiamo più…
Ti piace abitare in Calabria: abbiamo un ampio balcone, ottimi amici umani e felini, ti lasci svegliare dai raggi del sole, sei ghiotta della Silana che riesci a rubare.
Son certa che vorresti restare.
Il giorno che ci siamo trasferite qui (che dire “Nord” è una beffa del destino) v’ era luna crescente.
Non sono riuscita nemmeno ad emigrare con stile, dici?
Eppure, credo di esser cresciuta più rigogliosa e forte, come i capelli che tradizione vuole, vengano tagliati nel medesimo periodo.
Ho scoperto Bugìe e le ho accese per scaldarmi, invece di infuriarmi.
Ho scoperto che amare senza possedere è dannatamente difficile, quasi come pulirti le orecchie. Ne esco sempre piena di graffi.
Ma ho scelto di arrampicarmi sulla vetta del Montenero con i tacchi a spillo.
So che sarà impossibile, questo ennesimo “colpo di testa”, ma intanto, Amata Bambina mia, godiamoci il paesaggio.

<Nessuno dei motivi citati, Ciarlona dei miei gommini, volevo depositare i miei candidi crini sugli abiti che indosserai nei tuoi beceri vagabondaggi, così che il mondo conosca>

 

 

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