La vergogna di un paese senza vergogna

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Non esiste al mondo un paese come l’Italia.

Non esiste in nessun altro luogo tanta concentrazione di bellezza naturale artistica e storica, stratificazioni temporali e geografiche hanno donato una ricchezza al nostro paese che mai potrà essere uguagliata eppure…

Eppure la decadenza ci attanaglia, ciò che appare del paese nella politica, nello sport, quello che gli altri osservano di noi, fuori dai confini, ci sommerge di rossori, una decadenza civile che ci riduce a caricatura di un paese, senza che poi si possa guardarsi intorno a testa alta. Non mi soffermo sull’eccellenza sommersa che esiste e salva, sul lavoro quotidiano degno di onore che tanti fanno nell’oscuro, lo do per scontato, perché, se non ci fosse, l’apocalisse non sarebbe all’uscio ma ormai dentro le nostre mura. 

Provo vergogna a guardare il teatrino post-elettorale, per altro ampiamente prevedibile, visto lo spessore degli attori, miracolati da televisione e web, che difficilmente supererebbero un concorso pubblico se condotto regolarmente. 

L’interesse di parte prevale, in ogni mossa di ciascuno, sull’interesse del paese…e si parla di votare di nuovo, magari per cambiare una frase dell’inno nazionale …l’Italia s’è destra!

Ignoranza, furbizia, prevaricazione, sopruso, dileggio di ogni regola sono il panorama che devasta ed impolvera la bellezza che avevamo e di cui sembra che più nessuno voglia interessarsi. 

Un paese che erge ad “eroe” un personaggio come Buffon”e” ha perso la capacità di vergognarsi, un uomo che, certo dell’impunità, a fine partita contro il Real Madrid si è espresso nella sua vera natura di mafioso, pretendendo comportamenti arbitrali di “rispetto” che nulla hanno a che vedere con lo sport. La stampa televisiva e cartacea non ha sufficientemente stigmatizzato la gravità di tali affermazioni, altamente sintomatiche della mentalità di una squadra che fa del potere un arma disposta da tempo fuori dal campo di gioco, efficace in Italia ma non altrove. Vergogna che non ricopre purtroppo soltanto i responsabili ma il paese tutto. 

Vergogna che ancora oggi ci viene addosso nei commenti della stampa sportiva di tutto il mondo (assai meno dalla nostrana) per l’ultimo week end calcistico, in cui la protervia del potere è arrivata a ribaltare le regole scritte per ribaltare il verdetto di un campionato (troppo difficile pensare ad errori in buonafede e di fronte alla palese irregolarità il governo arbitrale nulla intende fare). 

Mi direte che il calcio non è cosa da mettere nel discorso, io rispondo che esso è in qualche modo una metafora coerente del nostro paese e gli esempi che ci mostra possono essere con tranquillità riversati nel resto (pensiamo all’irrisolto cronico problema dei conflitti d’interesse, nella politica come nel calcio…cose uguali).

Ed io mi vergogno perfino di esser costretto a scrivere cose del genere ma se si devono dire si dicano.

 

1 maggio 2018

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