Zuppa di pesce

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Ieri mi son voluto dedicare alla cucina, non lo faccio spesso perché ci vuole fatica e tanto amore ed io non faccio mai cose tanto per farle. Il piatto era una zuppa di pesce senza spine, preparata sfilettando i pesci a crudo, un lavoraccio, se è per molte persone, che può chiedere una intera giornata di lavoro, per preparare la base di tutti gli ingredienti. Alla sera giungono gli ospiti, un po’ per il caldo un po’ per gioco, indossavo un pantalaccio a righe verticali rivoltato al ginocchio, a mo’ di pescatore, e sopra soltanto un grembiule da cucina che lasciava nudo parecchio del mio dorso, barba accorciata di fresco e testa rasata.

Tra gli ospiti, che in larga parte avevano ironizzato sul mio modo di presentarmi, una vecchia amica di mia moglie e mia mi dice: ma tua moglie come resiste a vederti così?… le rispondo che lei è sempre troppo indaffarata per accorgersi di certi particolari.

La sorte ha voluto che il piatto riuscisse in modo sublime, una vera esaltazione dei sensi. 

A tavola mi viene di lanciare una provocazione, chiedo hai commensali il motivo per cui si concedono così spudoratamente alla lussuria della gola, cercando sempre nuove e raffinate pietanze, mentre tendono a dimenticare,  nascondere o comunque non parlare apertamente delle esperienze di altre sensualità che, forse, possono dare maggiore soddisfazione. Quasi il gelo, tra risatine ed ironie prudenti, sorrido anche io, educatamente, ma in quel momento ancora una volta mi sono sentito solo.

14 agosto 2015

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