Ti carezzano i miei occhi,
corsa inquieta sul tuo volto,
finita ruzzolando nel sorriso.
Sussurrate le parole vaghe,
come refoli di vento
in una calma rubata,
d’un tempo senza sé.
Son nostri gli odori confusi
dal calore d’emozione
che ci penetrano il naso.
Camminano incessanti
le mani a dita aperte
curiose al sottopelle,
casta offerta di piacere
ed insieme sua ricerca.
Carezza l’abbraccio
che diffonde nell’ampio
le nostre pressioni,
disperse nell’assenza
d’un solo spazio vuoto.
Suona di musica il silenzio
di questo tempo infranto
dall’istante luccicante
per un sogno fuor di sé.
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