Poi mi prende
d’improvviso
la solitudine triste
del pensar diverso
il dolore sordo
delle parole mute
la rabbia chiusa
dell’impotenza
la buia melanconia
del tempo inespresso
l’arsura pungente
della terra incolta.
Vorrei così
d’improvviso
tagliar quei fili
del sentire troppo
sorrider beffardo
dell’inutile corsa
muover la danza
della follia allegra
dormire il sonno
della belva sazia
godere un istante
d’incoscienza saggia.
18 marzo 2014