Suona di nuovo
la sirena della fabbrica
a urlare la fine dell’assenza.
I giorni leggeri
scivolati nell’oblio
cedono il passo
ai ritmi scanditi
da un diverso sudore.
Una solitudine silente
mi aveva carezzato
con i raggi di sole
tra i rami del giardino.
Eppure, nell’immobile stare
d’un ozio apparente,
i mille accadimenti
d’un pensare leggero
m’hanno dato voli inattesi,
quasi fossero un viaggio
senza un porto o una meta.
E’ questo il destino
di un’anima inquieta
che anche di notte,
tra fresche lenzuola,
non sembra si muova
ma ferma non sta.
29 agosto 2015