Avrei voluto qualcuno che dicesse: siamo tutti colpevoli!
Certo, nelle giuste proporzioni di responsabilità, ma tutti siamo, del degrado e dei suoi picchi che viviamo, responsabili.
Avrei voluto qualcuno che dicesse la verità a questo popolo che ha smesso di essere tale o meglio che ne interpreta urlando gli aspetti peggiori.
Ho visto invece indici alzati ed urla senza pensiero nella ricerca dei capri da sgozzare, come se quel sacrificio risolvesse qualcosa.
Riflettevo su quale consenso avrebbe mai oggi un politico che dicesse le verità dolorose che a questo popolo vanno dette, molto scarso io credo.
La verità, se esiste, è cosa complessa, fatta di mille aspetti intersecati, e questo popolo non è in grado di capirla, la rabbia acceca spesso anche le menti eccelse, figuriamoci il branco.
Terremoti, alluvioni, crolli, incendi, ogni accadimento che ha funestato il nostro povero paese ha visto puntualmente la stessa sequela di parole e promesse con l’accumularsi di vittime e lacrime e famiglie in attesa di risarcimenti che chissà se mai arriveranno.
Un esame di coscienza sulle scelte fatte nel tempo dovrebbe vederci tutti a capo chino, quando abbiamo riempito la nostra vita di superfluo, quando non siamo scesi in piazza per difendere gli investimenti su scuola e su prevenzione, quando abbiamo costruito in abuso laddove non si poteva, quando ci è piaciuto comprare automobili in città che non possono contenerle, quando abbiamo evaso ed eluso le tasse (anche se la pressione fiscale oggi è un’istigazione a delinquere)…potrei continuare con infiniti quando, messi qui solo per far capire che nessuno può scagliare pietre contro i colpevoli del giorno.
Per risalire la china di un paese malato cronico ci vogliono lunghi percorsi, che vanno ben oltre il tempo di una legislatura, con il rispetto fra maggioranza e opposizione, perché le cose veramente importanti da fare non dovrebbero avere colore, invece siamo allo stadio.
Per avere questo ci vorrebbe tanta cultura, che invece scende sempre più, di legislatura in legislatura, fino all’orrore dell’assenza di oggi.
Dispero davvero.