30 Aprile 2015 alle ore 01.38
Nicole è una ragazza della Repubblica Ceca, 23 anni, ho avuto il modo di sfiorare la sua vita stasera.
Tra i miei vizi v’è quello di frequentare ristoranti stellati, perdonatemi, stasera ero in uno di questi, non dico quale. A coccolarmi, in questo lusso, che appare talvolta un po’ falso, era anche una ragazza minuta, bionda, la cui eleganza dei modi trascendeva il dovere e le regole assegnate e mostrava, invece, l’intima natura sua. Intorno v’erano altri tavoli, diversamente frequentati per geografia e spessore umano, e alcuni di questi spessori erano davvero sottili, come la carta velina. Sarà stato il vino o la mia natura di vecchio curioso, ho cercato, discreto, oltre quel volto limpido a sapere il cosa ed il come. Tra una portata e l’altra, cercavo di carpire la storia di una ragazza nata altrove e venuta qui in cerca d’altro. Mi viene di chiederle della bellezza dei nostri luoghi, mi dice di aver studiato architettura, di saperne ma di aver scelto poi lo studio delle lingue per vivere il mondo ed interpretarlo e che prenderà la laurea all’Orientale l’anno che viene.
M’incanto a quel suo sorriso che copre la fatica di vivere il sogno, che col lavoro di ogni sera può trasformarsi in realtà.
Nei tavoli, scialbe ragazze vestite alla moda ed “illustri” compagni, godono di una ricchezza non guadagnata, servite da quel luminoso sorriso; non resisto a quel che vedo, chiamo lei per dirle che vale 10, 100 volte di più di quelle ragazze al tavolo.
Mi ringrazia, consapevole ed orgogliosa, e sorride verace, le chiedo il nome perché a lei, al suo nome, volevo dedicare questo racconto pensiero.
Nicole è un simbolo del nostro tempo, due messaggi io leggo: il modo in cui la roccia solida affronta il difficile tempo e l’assurdo che regala agli insipienti una ricchezza distratta.
L’ossimoro della speranza in un mondo disperante.