Dai soffitti bucati
dalle finestre socchiuse
tra i rami degli alberi
nei vicoli stretti
la luce tagliata
è come spada di vero.
Più forte colpisce
l’acuto contrasto
con lo scuro interrotto
polveri e vapori
mostrano la danza
dell’aria fluente.
Accade che
nel vagare di sempre
spade di luce
mi attraversino
nella strada dischiusa
dalle mie debolezze.
Si scioglie nella luce
la quiete dell’ombra
e scopro un’altra volta,
tra le cose mie note,
un disordine ignoto.
18 agosto 2015