Precipizio solitario

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Sembra un precipizio
che pure faccio in piano
col mio restar fermo
come fossi rinchiuso
prigioniero d’una botte
d’un inerme pensiero.

M’è sempre più distante
il perenne dimenarsi
delle mille formiche
rese ormai cieche
dal correr continuo
sul consueto cammino.

E’ forse uno stato
di reazione imbelle
il rinnegar me stesso
come a trascinare
l’intorno mio tutto
ad una noia prudente.

E m’avvilisce
ogni giorno più
lo sfacelo del troppo
l’orrore del mal fatto
le glorie d’un giorno
consumate nell’oblio.

Vivo allora così
nei miei giorni più neri
quella solitudine cara
che brulica d’amaro
se non scelgo di stordirmi
in un alito d’inferno.

 

31 gennaio 2014

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